
Dipinto straordinario. Con una forza magnetica irresistibile. Quando andai a Berlino, prima, ed alla mostra di Monaco di Baviera poi, non conoscevo bene l’opera di Bocklin. E’ stata una vera scoperta : grande forza espressiva al servizio di una tecnica sopraffina.
Nei musei la solita nota dolente : le riproduzioni fotografiche in commercio. Prima che iniziassi a dipingere delle copie non credevo fosse cosi’ faticoso (almeno, per me lo è), ma senza una buona riproduzione fotografica è veramente impossibile. Soprattutto per quadri come l’Isola dei morti : una rete quasi inestricabile di piccoli tratti, sottili trasparenze, lunghe e scabre pennellate, quasi a levare più che a mettere, rari grumi materici E niente che prescinde da cio’ che è stato già eseguito, con una padronanza del mezzo impressionante ed una capacità di pre-visione assoluta.
Sono un po’ esigente nella ricerca dei materiali ed in questo caso era cosa delicata : una grossa tavola di circa cm. 150 x 80 . Il quadro è di fine ‘800 e volevo restare il più prossimo possibile, utilizzando in qualsiasi caso del legno ben stagionato. In Umbria, da Peppino Barni, simpatico rigattiere di Città di Castello, trovai dei vecchi banchi di scuola, inizi ‘900, quelli piatti, laccati di nero, con ancora il buco per il calamaio. Sul retro della mia « Isola » ancora oggi si possono leggere le TAG degli studenti di allora, anziani graffitisti.
Nella vecchia sistemazione della Alte Nationalgalerie di Berlino, prima del recente trasloco, il bookshop era situato nello stesso piccolo locale sul quale si affacciava l’ingresso in Galleria. Il poster dell’ « Isola »
era di qualità pessima : pur di avere una traccia l’ho acquistato lo stesso, insieme al biglietto di ingresso. Il custode che controllava i biglietti era là, ad un passo da me, e mi ha impedito di entrare col poster appena comperato sotto i suoi stessi occhi. Sapete come sono a volte i tedeschi : a nulla è valso spiegare che volevo solo confrontarlo con l’originale che, ho scoperto poi, era solo a pochi metri nella sala alle sue spalle.. Ho dovuto aspettare più di un anno per ottenere il permesso, richiesto attraverso la nostra ambasciata, ad effettuare delle foto. La funzionaria responsabile, sapete come sono a volte i tedeschi, non voleva saperne ed ha risposto per iscritto che comunque il mio dipinto non sarebbe stato all’altezza di una buona copia, che lei si’, avrebbe saputo a chi commissionare.
Ora il risultato è qui accanto, anche se in una piccola foto, poco significativa per un dipinto cosi’
grande : ognuno puo’ giudicare.